lunedì 22 dicembre 2008
Finalmente!!!
Pertanto, prendete il nocino e filtrandolo con un filtro di carta (quelli da laboratorio) o con un pezzo di stoffa (non profumato!!) versatelo all'interno della botte; ATTENZIONE: la botte deve essere stata trattata, se nuova, per farle togliere il tannino che altrimenti danneggerebbe il sapore del nocino.
A questo punto assaggiate il nocino; si può già capire che tipo di nocino avete creato.
Se si sente poco il gusto di noce non temete, avete un rimedio. Le noci che avete tolto, ormai nere e dure, contengono un concentrato di noce fortissimo; prendetele e con un torchio stringetele per fare uscire tutto il loro contenuto (vedrete che non sarà poco) e con cautela, a piccole dosi, versatelo nel vostro nocino. In molti casi questi procedimento aggiusta un nocino scialbo.
Se invece ritenete il nocino già di vostro gradimento, mettetelo così com'è nella botte dopo averlo filtrato.
A questo punto il suggerimento di conservarlo in botte per almeno 2 anni, ma già dopo 1 anno si ottengono buoni risultati.
Colgo l'occasione per fare a tutti gli Auguri di Natale e di un felice 2009!
lunedì 7 luglio 2008
lunedì 16 giugno 2008
RICETTA NOCINO TIPICO MODENESE
34 noci tagliate
800 gr di zucchero
1 chiodo di garofano
1 pezzettino molto piccolo di cannella
Sono VIETATI altri ingredienti.
Prendete le noci, lavatele sotto l'acqua e tagliatele ognuna in 4 parti (attenzione, la noce macchia molto la pelle di un colore nero difficile da lavare via, usate dei guanti).
Mettetele in un contenitore abbastanza grande da contenere poi anche il resto delle componenti. Aggiungete lo zucchero e mescolate.
Lasciare il contenitore al sole per 1-2 giorni e mescolare 3 volte al giorno. A questo punto aggiungere l'alcool e i restanti ingredienti.
Lasciare fuori al sole, su un terrazzo o sul tetto, fino a Natale mescolando di tanto in tanto soprattutto nei primi giorni.
E' tempo di nocino!
Si avvicina la data di raccolta delle noci per la preparazione del nocino! Visto che la privavera quest'anno non è stata particolarmente calda, posso presupporre che le noci siano pronte all'incirca per la data classica, ovvero il giorno di S.Giovanni. Il mio consiglio comunque è quello di provare già in questo giorni (soprattutto chi ha piante molto al sole) e verificare la maturazione delle noci tagliandole a metà con un coltello.
Ricordo che la noce è pronta quando dopo il taglio si ha all'interno una parte bianca dalla consistenza gelatinosa; sono da EVITARE le noci che presentano dell'acqua (non sono ancora pronte) o quelle legnose (troppo mature).
Buon nocino a tutti!
lunedì 25 febbraio 2008
Storia del nocino
La storia del Nocino vanta un preciso luogo di nascita, il territorio fra Secchia e Panaro, dove la materia prima è sempre stata abbondante e tale da indurre la popolazione locale a sfruttarla per la preparazione del liquore.
Le prime notizie riguardanti il Nocino risalgono al periodo ricompresso fra il 1860 e il 1867, quando Ferdinando Cavazzoni, credenziere di “Casa Molza”, inserisce nel suo ricettario delle migliori specialità “all’uso modenese” la tecnica di preparazione del “Liquore detto Nocino”, che è tuttora impiegata per la sua produzione da molte famiglie modenesi. Alcuni anni più tardi, la ricetta del nocino è riportata da Pellegrino Artusi le famoso testo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” (1891).
E' una radicata consuetudine, tramandata secondo la bibliografia locale da secoli, che ha creato nella zona un legame non solo culturale ma anche economico con il prodotto.
La tradizione vuole che le noci vengano raccolte il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, allorché la maturazione del frutto non è ancora completata ed il mallo risulta verde e tenero.
L'antica credenza popolare voleva che la rugiada (guazza) formatasi nella notte tra il 23 e il 24 giugno fosse una panacea per ogni male, specie per i problemi dell'apparato digerente e per i disturbi gastro-intestinali, per i quali il Nocino era considerato un rimedio eccellente.
martedì 19 febbraio 2008
Noce
Diffusa in tutto il mondo, in Italia la coltura della noce da frutto, in genere promiscua, ha una certa rilevanza solo in Campania.
Il noce può essere coltivato anche per la produzione di legno o per entrambi gli scopi. Il noce è un albero vigoroso, caratterizzato da tronco solido, alto, diritto, portamento maestoso; presenta radice robusta e fittonante.
Le foglie sono caduche, composte, alterne (formate da 5-7-9 e, più raramente, 11 foglioline).
È una pianta monoica in cui i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, lunghi 10-15 cm, con numerosi stami, che appaiono sui rami dell'anno precedente prima della comparsa delle foglie.
I fiori unisessuali femminili schiudono da gemme miste dopo quelli maschili (proterandria), sono solitari o riuniti in gruppi di 2-3, raramente 4, appaiono sui nuovi germogli dell'anno, contemporaneamente alle foglie. Il frutto è una drupa, composta dall'esocarpo (mallo) carnoso, fibroso, annerisce a maturità e libera l'endocarpo legnoso, cioè la noce vera e propria, costituita da due valve che racchiudono il gheriglio con elevato contenuto in lipidi.
Limiti pedoclimatici: sensibile ai ristagni idrici e stress idrici conseguenti a terreni sciolti; non tollera i terreni pesanti, asfittici, mentre resiste anche ad elevato tenore in calcare. Teme gli eccessi termici (caldo e freddo).